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L’articolazione del gomito è composta da 3 ossa (omero superiormente, radio e ulna inferiormente e in parallelo tra loro) e 3 articolazioni.
Anatomicamente la cavità articolare è unica ma fisiologicamente si distingue in:
- omero-ulnare: ginglimo angolare, permette la flesso estensione;
- omero-radiale: articolazione condiloidea, partecipa alla flessione e alla prono supinazione;
- radio-ulnare superiore: ginglimo laterale, consente la prono supinazione.
Ricordiamo che per mantenere le articolazioni sane occorre fare mobilità articolare in questo caso parliamo di mobilità articolare per l’articolazione del gomito.
Radio, ulna e omero: anatomia avambraccio
Tra omero e ulna c’è un incastro osseo, un rapporto diretto, diversamente il radio accoglie solo parzialmente il condilo omerale senza vincoli ossei, ne consegue quanto la stabilità sia legata all’ulna e alle strutture legamentose che sono dei ventagli sui lati dell’articolazione.
Il radio è in stretto rapporto con l’ulna, alla quale è attaccato per mezzo di legamenti che lo fissano quanto basta da consentirgli la rotazione durante il movimento di prono supinazione per poter orientare la mano nello spazio.
Questo distretto è interessato da 17 muscoli che passano a ponte sull’articolazione, risulta chiaro quanto complesso sia l’equilibrio per gestire il movimento e quanto facile sia che si instauri un disequilibrio, specialmente pensando che l’articolazione del gomito media i movimenti tra spalla e polso-mano, e i suoi muscoli fungono, in questa visione di mediazione, da ammortizzatori-stabilizzatori.
Oltre ad essi, che possono agire direttamente sull’articolazione, ce ne sono altri che, pur non interessandola direttamente, agiscono su radio e ulna distalmente modificandone i reciproci rapporti con conseguenze su una perfetta funzione articolare più macroscopica e una conseguente efficienza funzionale.
Dal punto di vista macroscopico l’anatomia e il sistema legamentoso consentono flesso estensione sul piano frontale e rotazione sul piano orizzontale.
Tuttavia ogni articolazione mantiene, in stato di salute, la possibilità di eseguire piccoli movimenti accessori involontari di scivolamento nei vari piani dello spazio che consentono un perfetto funzionamento dei macromovimeti.
Tensioni muscolari di varia origine (funzionali, traumatiche, viscerali, patologiche, psicologiche), possono alterare il perfetto equilibrio anatomo-funzionale di un distretto traducendosi in una riduzione della capacità funzionale, che non necessariamente si manifesta col dolore.
Essendo inoltre una articolazione che media i rapporti tra polso e spalla, non si possono scordare questi due distretti nel valutare la funzionalità del gomito, sia per il rapporti ossei che creano, sia per quelli muscolari: alcuni dei sopracitati 17 muscoli originano da componenti ossee che partecipano alla costituzione di altre articolazioni che potrebbero presentare problematiche e alterare lo stato di tali muscoli.
Radio, ulna, omero: cosa sono, come funzionano, a cosa servono per l’articolazione del gomito
Sicuramente avrete sentito parlare di radio, ulna e omero e saprete anche benissimo che si tratta di ossa del braccio. Forse però, a meno che non siate degli specialisti in medicina o degli appassionati del corpo umano, non sapete bene dove essi sono esattamente posizionati.
Cerchiamo dunque di fare un po’ più di chiarezza e di distinguere queste tre parti tra loro dicendo innanzitutto che radio e ulna sono praticamente quei due segmenti ossei piuttosto lunghi fondano l’avambraccio e che da una parte sono collegati all’omero (braccio) e dall’altra mano, o meglio alle sue ossa.
Cos’è l’ulna e a cosa serve per l’articolazione del gomito
L’ulna (spesso conosciuta anche come cubito) è un osso lungo dell’avambraccio a forma di prisma che assieme al radio, a cui è parallelo, forma appunto lo scheletro dell’avambraccio. Se si distendono le braccia in modo che facciano aderenza sul fianco del corpo umano, con i palmi delle mani rivolti verso l’alto, l’ulna è l’osso che resta più vicino al corpo.
Man mano che si approssima vicino al gomito, l’ulna diventa più grande fino a terminare con quella sporgenza che troviamo sul gomito e che si chiama olecrano.
L’ulna ha una composizione fatta di un corpo e di due estremità, quella prossimale e quella distale. Il corpo, chiamato anche diafasi, dicevamo che ha una forma prismatica; esso presenta 3 facce (anteriore, posteriore e mediale) e 3 margini o bordini (anteriore, posteriore e interosseo).
L’estremità prossimale è quella parte che costituisce l’articolazione del gomito ed è la più voluminosa, mentre l’estremità distale è molto più piccola e arrotondata ed è rivestita da cartilagine ialina (quella che ricopre le superfici appunto delle articolazioni)
Particolare attenzione meritano la parte anteriore e posteriore delle sue facce, in quanto sono i punti che ospitano l’inizio di vari muscoli molto importanti per mano e avambraccio.
Anche il bordino posteriore e quello interosseo sono molto importanti: l’uno è “palpabile” per tutta la sua lunghezza e lungo l’intero corpo dell’una; l’altro invece aggancia la membrana interossea, ossia quello strato largo e sottile di tessuto fibroso che unisce ulna e radio (l’altro osso dell’avambraccio).
A cosa serve l’ulna
Le funzioni basilari dell’ulna sono due. La prima è appunto quella di contribuire alle articolazioni del gomito e del polso. Senza questi elementi parecchi dei movimenti che effettuiamo automaticamente tutti i giorni non sarebbero possibili: lanciare una palla, scrivere, sollevare un qualsiasi peso, avvitare una lampadina e così via.
Il secondo scopo fondamentale dell’ulna è quello di accogliere i muscoli dell’avambraccio e della mano, i quali sono necessari per supportare le varie azioni delle articolazioni. Senza i muscoli, lo sappiamo bene, effettuare gesti o movimenti risulterebbe impossibile per il nostro corpo.
Cos’è il radio e a cosa serve per l’articolazione del gomito
Il radio fa sempre parte delle ossa lunghe dell’avambraccio ed essendo che scorre parallelo all’ulna, anch’esso partecipa alla costituzione dell’articolazione del gomito e del polso – proprio come fa l’ulna – per poter conferire la possibilità di movimento all’arto superiore dell’uomo.
Per quanto riguarda l’estremità prossimale del radio, questa è di forma cilindrica e quando si unisce all’omero (l’osso più vicino al braccio) ne permette l’articolazione del gomito.
Anatomicamente l’estremità prossimale è composta dalla testa del radio che è praticamente l’apice superiore, dal collo del radio che si trova fra la testa e la tuberosità radiale e da quest’ultima che serve per accogliere il capo terminale del muscolo bicipite brachiale.
L’estremità distale del radio è quella parte più vicina al polso. Fra le sue componenti anatomiche si ricordano in particolar modo il processo stiloideo che è una proiezione ossea a forma di cono su cui si inseriscono il capo terminale del muscolo brachioradiale, i capi di alcuni muscoli del pollice e uno dei due capi del legamento radiale del polso;
l’incavo ulnare in cui alloggia parte della testa dell’ulna e le faccette articolari in cui trovano congiunzione lo scafoide e il semilunare (ossa carpali della mano).
Il corpo è invece la parte centrale del radio che si trova fra le due estremità sopra menzionate. Proprio come l’ulna, anche il radio ha 3 facce (la superficie volare, quella dorsale e quella laterale) e 3 bordini o margini (il volare, l’interosseo e il dorsale).
Anche in questo caso ci sono degli elementi che meritano attenzione particolare e sono la superficie volare che è anche il punto d’inserzione del legamento radio-carpale volare, la superficie dorsale dalla quale prendono origine i muscoli del dito pollice della mano e la superficie laterale che accoglie l’inizio dei muscoli supinatore e pronatore dell’avambraccio.
Una menzione se la merita anche il bordino interosseo che aggancia la membrana interossea, già illustrata precedentemente.
A cosa serve il radio
Il radio è un osso fondamentale in quella che è la composizione delle articolazioni di gomito e polso ed inoltre, accogliendo i muscoli dell’avambraccio, assieme all’omero permette al corpo umano di sollevare pesi, impugnare oggetti, mangiare, scrivere, scagliare oggetti e così via tutte quelle azioni che fanno parte della vita quotidiana delle persone.
Cos’è l’omero e a cosa serve nell’articolazione del gomito
L’omero è anch’esso un osso lungo e fa parte dello scheletro del braccio, anzi si può dire che sia l’unico osso del braccio.
Esso è costituito dal suo corpo (definito anche diafasi) e dalle sue due estremità (dette anche epifisi), l’una prossimale e l’altra distale.
Mentre la prima si articola con la scapola (l’osso principale della spalla) l’altra si articola con radio e ulna, le due ossa dell’avambraccio dettagliatamente descritte poco fa.
Il corpo dell’omero è la sua parte centrale, ovviamente compresa tra estremità prossimale ed estremità distale. È la base per l’inserzione di diversi muscoli e se da un lato ha la forma di un cilindro, dall’altro ha quella di un prisma.
Esso è composto dalla tuberosità deltoidea (che accoglie il muscolo del deltoide), dal foro nutritizio (che permette ai vasi sanguigni che portano l’ossigenazione di entrare) e dalla scanalatura radiale (nel cui interno corre il nervo radiale e l’arteria brachiale profonda).
L’estremità prossimale dell’omero è la parte più vicina alla spalla e quando incontra l’osso della scapola forma l’articolazione gleno-omerale.
Gli elementi più importanti di esso sono:
- la testa;
- il collo anatomico;
- il tubercolo maggiore che dà la possibilità di ancorarsi a 3 muscoli della cuffia dei rotatori;
- il tubercolo minore a cui si appoggia il muscolo sottoscapolare, che è il quarto muscolo sempre della cuffia dei rotatori.
Ci sono poi il solco intertubercolare in cui corre il tendine del muscolo brachiale e il collo chirurgico, che ha la funzione di separare i tubercoli.
L’estremità distale dell’omero è invece quella più vicina all’avambraccio, quella che va a formare l’articolazione del gomito, assieme ad ulna e radio.
Le strutture anatomiche principali di questa epifisi sono le due creste sopracondiloidee – mediale e laterale -, i due epicondili – anch’essi mediale e laterale -, la fossetta coronoidea, la fossa radiale, la fossa olecranica, la troclea e il capitulum.
A cosa serve l’omero
Tutti questi elementi che compongono l’omero servono sia per dare forma e vita alle articolazioni di spalla e gomito che servono per fare effettuare al braccio tutti i suoi movimenti, sia per accogliere tutti i muscoli che servono espressamente per far sì che le articolazioni possano compiere le varie azioni.
Come sono collegati tra loro radio, ulna e omero
Come è stato sopra descritto, ulna, radio e omero sono collegati fra loro da tutta una serie di elementi che non arvrebbero alcun senso di esistere se non ci fosse appunto questa connessione fra queste tre importanti parti del corpo umano.
Attraverso, invece, l’unione delle articolazioni, dei tessuti e di queste ossa lunghe, l’essere umano può compiere tutti quei movimenti del braccio necessari per la sopravvivenza. Questi movimenti ogni giorno vengono attuati in modo quasi inconsapevole ed automatico.
Grazie ad ulna, radio e omero che lavorano in modo coordinato fra loro, tutte le nostre azioni prendono forma, per cui la loro esistenza è fondamentale per la motorietà delle nostre braccia